queer-as-folk.it


La forza di Gale vince

Giugno-luglio 2001

di: Eric Andersson
Fonte: metrosource.com
Tradotta da: Samantha
Foto: Paul Aresu
Redatta da: Marcy
Galleria fotografica

La Forza di Gale vince. Il cattivo ragazzo di Queer as Folk, Gale Harold, parla a Metro Source NY di sesso, successo e il suo lavoro estivo.

Brian Kinney è uno stronzo. Dopo aver visto quasi una stagione completa di Queer as Folk, ho visto abbastanza per saperlo...dopo aver visto il primo episodio, ho visto abbastanza per saperlo. Ero lì quando buttò Justin da parte ripetutamente. Ero lì quando violò l’accordo con Melanine per la custodia di Gus. Ero li quando rovinò la festa di compleanno di Michael. E ora lui è seduto dall’altra parte del mio tavolo.

Una parte di me si aspetta che lui mi fissi per un momento, ruoti gli occhi, dica qualcosa impassibile e come in Queer as Folk. Ma mi rendo subito conto che è Gale Harold, non Brian Kinney la persona con cui sto parlando. E Harold non potrebbe essere più diverso da Kinney, il personaggio che interpreta nella serie di punta della Showtime su un gruppo di amici gay di Pittsburgh. Lui è amichevole, cordiale e allegro, se non un po’ tirato per la sua frenetica agenda di appuntamenti.

Da quando le registrazioni di Queer as folk sono finite a Marzo, Harold è stato a New York per preparare il suo debutto via Broadway nella controversa commedia nera di Austin Pendelton, Uncle Bob, che venne messo in scena un mese al "Soho Playhouse" di New York lo scorso Maggio. Harold ebbe la sua prima lettura completa con la sua co-star George Morfogen di Oz della HBO il 27 Marzo e non si è ancora fermato da allora.

Questo non significa che non si stia divertendo. “E’ come ritornare sobrio dopo essere stati in un lungo Quaalude (tipo di droga) postumo di una sbornia” Harold dice dell’essere di nuovo in scena. “Non che lavorare su queer as folk non sia fantastico, perché lo è. Ma è uno stato mentale e una sensazione completamente differente.

Harold interpreta Josh, il problematico irresponsabile nipote ventenne dello zio Bob, che si presenta, non invitato, nell’appartamento di Bob durante i suoi ultimi giorni di lotta contro l’AIDS. A Harold piace questo personaggio perché è così diverso da Brian, uno stoico calcolatore, azione che prospera nella manipolazione e nello sfruttamento. "JOSH (Harold) non ha mai avuto nessun tipo di relazione significativa a nessun livello con nessuno tranne che con suo zio, ma in modo protratto, psicologico ed immaginario” dice del suo personaggio. “Anche se è pieno di tutta questa energia e sensazione, è veramente ingenuo allo stesso tempo.”

Harold, che iniziò a recitare nel 1996, non è estraneo al teatro. Crebbe ad Atlanta negli anni 70, studiò all’American University e ne uscì dopo un anno per studiare belle arti al San Francisco Art Institute. Lì scoprì un interesse per la recitazione. “Stavo cazzeggiando con la recitazione, ma non sfondavo mai veramente in ogni modo o sentivo che sarebbe successo.” dice.

Quando si trasferì a Los Angeles nel 1997 ci si seppellì. Prima di ottenere il ruolo di Brian Kinney lo scorso anno, Harold apparve in produzioni come “Me and My Friend” al Los Angeles theater Center, Il Misantropo e Cymbeline. Infatti è lo show televisivo, non il teatro, la nuova esperienza.

E andare in televisione portò un certo numero di complicazioni per Harold, che sta avendo a che fare per la prima volta con l’essere una celebrità. Molte speculazioni sono nate circa l’orientamento sessuale di Harold, specialmente da quando evitò l’argomento nelle interviste, al contrario dei propri colleghi. (Randy Harrison, che interpreta Justin, e Peter Paige, che interpreta Emmett, sono entrambi dichiaratamente gay). Ma ecco il verdetto, ed è destinato a deludere gli spettatori di Queer as folk ovunque. “Sono etero”, dice Harold inequivocabilmente. “E la ragione per cui non ne ho parlato è lo show e come è stato pubblicizzato”.

Harold sta parlando dell’estensiva campagna pubblicitaria in tutto il paese che cominciò più di sei mesi prima che Queer as folk fosse trasmesso e che divenne più intensa nelle settimane prima della premiere dello show in dicembre. “La mia idea era quella di tenere tutti concentrati sul personaggio, volevo che (Brian) avesse una chance. E sapevo che avere una chance per lui significava essere il più possibile come il personaggio”. Così optò per evitare la discussione del suo orientamento sessuale, che ora considera come una rischiosa svolta, ma è felice di averlo fatto.

Non solo Harold, ma tutti coloro coinvolti in Queer as folk, sono stati messi al fuoco dalla critica e dal pubblico per rappresentazione grafica dello show sulle vite dei gay e delle lesbiche nella Pittsburgh dei giorni nostri. Una delle critiche più dure arrivò dall’ LA Times, che riassunse lo show come “inesorabilmente da strada” e vividamente sesso simulato, a spese della profondità dei personaggi, in una catena di montaggio di orgasmi.

Harold nega ardentemente che lo show sia solo a base di sesso. “Non credo che ci sia uno sfruttamento in corso per rendere i personaggi più completi. Loro hanno delle storie, non solo con i loro partner sessuali, ma anche significative relazioni con amici e famigliari,” spiega. “Se prendi una qualsiasi fetta della società e ci entri e ti avvicini ad essa, indipendentemente da quale giorno e quale ora del giorno, puoi zoomare su 2 persone che scopano. O puoi zoomare su 2 persone sedute ad un tavolo a cenare.

E molte volte in Queer as folk capita di zoomare su due persone che scopano. Ed è difficile negare che quelle scene di sesso non siano a catena. Ma la maggiore preoccupazione di Harold non è denudarsi con un altro uomo, ma fare scene che sembrino reali, sia meccanicamente che emozionalmente. “Ma in alcune di quelle scene ovviamente non ci sono per niente contenuti emozionali” ride, “così non importa”.

Recitare la parte di un gay, un gay che fa anche frequentemente sesso esplicito, non infastidisce Harold per niente. “Ci sono delle similarità nel girare ogni altro tipo di scene,” dice dei suoi numerosi momenti sensuali sullo schermo. Anche se le persone lo credono gay e lo chiamano Brian fuori dal set, Harold trova l’ironia in questo. Si ricorda di un' apparizione del cast in pubblico ad una esposizione. “C’erano centinaia di persone che urlavano Brian,” ride. “ Ma questo non mi sorprende. Ero preparato”.

Alla fine, anche Harold scuote le spalle sulle lamentele che lo show è troppo sessuale e dipinge la comunità gay sotto una cattiva luce. “Ho sentito da molte persone che hanno detto questo come la loro idea sia cambiata in modo positivo, come esso li abbia aperti a diventare più vicini e molto più comprensivi (dei gay e delle lesbiche),” dice. E per coloro che si stanno ancora lamentando, “Non diventate ansiosi sul fatto che state guardando qualcosa che è intrattenimento, perchè se non vi state divertendo, cambiate canale e guardate qualcos’altro.”

Senza dare importanza a quello che tutti dicono (qualcuno ha anche lodato lo show), la Showtime ha comprato Queer as folk per una seconda stagione. Così aspettatevi di vedere Brian, Justin, Michael e la gang questo autunno. Le riprese cominciano in Luglio; se l’imminente sciopero dell’unione degli scrittori sarà risolto per allora. E anche se Brian Kinney non lo sarebbe, Harold si illumina al pensiero di riunirsi con i sui nuovi amici. “Improvvisamente non mi aspettavo questa nuova grande famiglia,” dice dei suoi colleghi di QAF. “Sto già cominciando a pensare al mio ritorno.”





Traduzione a cura dello staff. Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione anche solo parziale di questo articolo è vietata previa autorizzazione degli amministratori, e comunque senza i dovuti crediti a queer-as-folk.it