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QaF Interview 2010

Maggio 2010

di: Rachael
Fonte: bri-tin.com
Tradotta da: Francesca
Redatta da: Marcy

Queer as Folk, l’innovativa e controversa serie che ha stravolto l’America, è finita da anni ormai, ma per i fans che si sono innamorati dei personaggi, ed hanno fatto proprie storie di gente che rifiutava di piegarsi, lo show, e ovviamente i personaggi, continuano a vivere.

Quando mi sono innamorata dello show e, più tardi, quando sono diventata membro della comunità dei fans, contribuendo con la mia opinione, commentando a quelle degli altri, e infine creando la community bjfic su Livejournal, non avrei mai potuto immaginarmi un giorno di star seduta qui ad intervistare Daniel Lipman, metà del famoso duo CowLip, che ha scritto e co-prodotto lo show, adattamento americano della serie originariamente mandata in onda in Inghilterra e scritta da Russel T. Davies, creatore della nuova generazione di Doctor Who.

E’ uno di quei momenti per cui non puoi prepararti. L’opportunità di intervistare Dan mi è letteralmente caduta in braccio. L’ho incontrato per caso, e non appena ho capito chi fosse, non ho potuto fare a meno di giocare tutte le mie carte e chiedergli (il più gentilmente possibile) di concedermi quest’intervista.

Guardandomi indietro, credo di essermi aspettata che rifiutasse, e invece non solo sono rimasta scioccata perché ha accettato, ma sono anche stata tanto fortunata perché anche Ron ha preso parte all’intervista e mi ha dato la sua opinione sullo show e sul modo in cui esso ha cambiato la società omosessuale Americana.

Riflettendo un po’, ho deciso di chiedere ai membri della community di fanfiction che gestisco, un posto in cui fans di Brian e Justin condividono le loro creazioni sulla coppia, di suggerire delle domande. Il responso che ho ottenuto è stato immenso, e mi ci è voluto un bel po’ per conciliare centinaia di domande in un’intervista unica e possibile.

Armata di domande che speravo potessero non solo gettare nuova luce su vecchie storie, ma anche dare a Dan e Ron la possibilità di dire la loro su argomenti riguardo ai quali magari non si erano ancora espressi, mi sono seduta ed ho iniziato.

La prima impressione è quella che conta. Lo sappiamo tutti. E la prima impressione che ho avuto di Dan e Ron è stata quella di due uomini gentili e aperti, che tengono veramente a ciò che hanno creato, e che volevano entrambi mostrare quanto, anche ora che lo show è finito e i DVD sono stati venduti, hanno sempre messo il cuore in ciò che hanno fatto per lo show.

Rachael: Tutti gli scrittori immaginano che i loro personaggi vivano vite molto lunghe anche dopo che loro hanno scritto la parole ‘fine’ sulle loro storie. Come vedete i personaggi nel futuro? E soprattutto Brian e Justin faranno ancora parte l’uno della vita dell’altro?

Dan: Abbiamo sempre pensato che, alla fine della serie, tutti i personaggi fossero ormai sulla via giusta per il loro futuro. Abbiamo sempre voluto che il tema sotterraneo dello show fosse “ragazzi che diventano uomini”- e, nel caso di Mel e Linds, “ragazze che diventano donne.” Per cui, alla fine dell’ultima stagione, abbiamo sentito di aver raggiunto l’obiettivo. Anche se lo show finisce nello stesso luogo in cui era iniziato – il Babylon – i personaggi sono tutti cresciuti e sono diventate persone diverse.

Ron: La scena finale non è una fantasia di Brian, ma un salto temporale che ci fa vedere come, alcuni mesi dopo la bomba, il Babylon è stato ricostruito. Ed il fatto che lui sia lì a ballare non ci deve far pensare che sia ancora un ragazzino da night club troppo cresciuto. Michael lo convince a fare l’ultimo ballo per celebrare ciò che lo stesso Michael, e la canzone che sta suonando, affermano: nonostante la bomba e la Proposition 14, “We will survive” (noi sopravviveremo.)

Rachael: Personalmente credo che il modo in cui è finita tra Brian e Justin fosse l’unico possibile per loro al momento, e rifletteva anche l’idea di Brian che una relazione non deve essere “etero” per essere reale. Ma nell’insieme, molte persone odiano che Brian e Justin non rimangano insieme alla fine. Alcuni sono molto arrabbiati per questo, cosa che suppongo provi quanto questi personaggi abbiano appassionato le persone. Voi cosa ne pensate, e potete spiegarci perché avete scelto di farli separare alla fine?

Dan: La controversia riguardo alla fine della storia Brian/Justin ci ha sempre sorpreso. E’ ovvio che Brian e Justin si rivedranno. New York non è affatto lontana, il volo dura 90 minuti da Pittsburgh. Alcuni fans scelgono di focalizzarsi sul fatto che non sono insieme invece di pensare a come è la loro storia. Brian e Justin non hanno bisogno di scambiarsi promesse su un altare per cementare la loro unione. Loro vanno oltre anelli (anche se Brian è tanto sentimentale da tenersi le fedi,) cerimonie e celebrazioni. Anche nella scena del “Patto”, quando dichiarano le regole per la loro convivenza, sanno benissimo che la loro relazione trascende le regole di cui la gente ha bisogno. E’ stato, in relatà, basato sulle parole di una canzone di Richard Rogers tratta dal musical NO STRINGS: “Lascia che la gente piccola, che ha bisogno di aiuto, dipenda da promesse e roba del genere. Noi siamo troppo alti.” Il fatto che Justin vada a New York è una dichiarazione di libertà ed un rinforzo della filosofia di Brian secondo la quale sacrificare ciò che sei o pretendere che gli altri lo sacrifichino per te, non è amore.

Ron: E anche se una volta Brian ha pensato di trasferirsi a New York, ora egli ha un’agenzia di successo. E non è pensabile che la chiuda per iniziarne un’altra in un’altra città, non con le condizioni di mercato – neppure Brian può. E Justin ha bisogno di stare a New York perché quello è il centro dell’arte negli States. Quale giovane artista non lo vorrebbe?

Rachael: “It’s only time,” dice Brian a Justin alla fine della serie. Per i fans questa è diventata quasi una frase iconica, ma cosa significa per voi? E cosa volevate far intendere a Brian quando la dice?

Dan: Riguardo al discorso “It’s only time” di Brian: Brian non voleva dire che lui e Justin non si sarebbero più rivisti. Quello che intendeva è che, anche nell’ipotesi in cui loro non dovessero più vedersi, avrebbero comunque saputo di essere legati per sempre. Questo è ciò che la loro storia ha sempre simboleggiato. Un amore improbabile, non convenzionale, ma un grande amore che sarebbe durato per tutta la loro vita.

Ron: L’idea di quel discorso è venuta da un sonetto di Shakespeare che avevamo letto al liceo: il sonetto n.16. “L’Amore non è schiavo del Tempo… l’Amore non cambia con le ore o le settimane, ma resiste fino alla fine del precipizio.”

Rachael: Quello è uno dei mie preferiti! Siete sorpresi da quanto lo show ed i personaggi abbiano colpito le persone, positivamente o negativamente, per tutto questo tempo anche dopo che la serie è finita? C’è ancora un’enorme comunità di fan che tenta di rimanere attiva.

Dan: Siamo felicissimi che QaF continui ad ammaliare ed a far arrabbiare. Apprezziamo profondamente i fan di tutto il mondo che guardano e riguardano lo show. E siamo fortunati ad avere i DVD!

QaF è uno show molto particolare. L’abbiamo sempre saputo. Molta gente ha detto che abbiamo aperto le porte alle serie gay drammatiche. Ma noi sapevamo che non ci sarebbe mai stato un altro show come QaF. QaF è stato creato per sconvolgere la gente, per farla parlare. Abbiamo cercato di mostrare la verità, i difetti e così via – o perlomeno quello era il nostro intento di scrittori. Però, dire la verità ed essere politicamente corretti al contempo non è sempre possibile.

Rachael: Molto vero. Parlando di essere politicamente corretti, Randy è stato una volta citato per aver detto che quella di Justin con Brian era una relazione abusiva. Voi cosa ne pensate?

Dan: E’ possibile che Brian sia stato abusivo a volte. Ma questa era una delle glorie dello scrivere una serie per una TV a pagamento. Ci ha permesso di creare personaggi che non fossero sempre buoni e nobili, e non abbiamo dovuto giustificare le loro azioni come avremmo dovuto fare se fosse andata su una rete nazionale. I nostri personaggi potevano avere dei difetti – in altre parole, potevano essere umani. In accordo con la nostra idea di far diventare uomini dei ragazzi, Brian stava ancora crescendo, cercava di trovare la sua strada nel labirinto di una relazione che non aveva mai pensato di poter avere, ma alla quale al contempo si sentiva obbligato visto che aveva a che fare con una persona che gli aveva toccato il cuore e che si rifiutava di arrendersi e andar via. Però alla fine della serie, penso avesse risolto i suoi demoni e i suoi conflitti.

Rachael: Alcuni dei miei momenti preferiti vedevano protagonisti i personaggi alle prese con i loro demoni interiori. Una delle mie storie preferite è quella di Justin e i Pink Posse nella quarta stagione; l’ho trovata molto fedele al suo personaggio, e mi ha mostrato una plausibile evoluzione della reazione all’attacco da lui subìto. Però molti fans con cui ho parlato mi hanno detto di odiare quella storia, e che sembrava fuori personaggio. Potreste spiegare le vostre idee riguardo questa storia?

Dan: Siamo un po’ confusi anche riguardo all critiche sulla storia dei Pink Posse. Non era una cosa che ci siamo inventati, abbiamo fatto ricerche ed abbiamo scoperto che gruppi del genere esistono. (Proprio come esistono i Raduni delle Fate a cui partecipano Michael ed Emmett. Ed esistono anche i ‘cacciatori di insetti’.) Forse alla gente non è piaciuto il fatto che Justin fosse aggressivo e vendicativo. Ma, ripeto, anche per questo non dovevamo rispondere a nessun network.

Ron: Dopo il brutale attacco subìto da Shanda Lear, che era così simile a quello subìto da Justin, e dopo che Chris Hobbs gli dice che spera che Justin si ammali di AIDS e muoia, abbiamo pensato che fosse giustificabile che la sua rabbia riemergesse. Il punto della storia è il domandarsi quanto a lungo puoi porgere l’altra guancia prima di non farcela più? Uno dei miei discorsi preferiti, insieme a quello di Ted ad Emmett, “Dio ti ama così come sei,” è il discorso di Cody al Gay and Lesbian Center.

Dan: E’ anche il mio!

Rachael: “No apologies, no regrets,” (niente scuse, niente rimpianti) è il motto di Brian, c’è nulla che voi rimpiangete o vorreste aver fatto diversamente? Se poteste tornare indietro e cambiare una cosa, quale sarebbe e perché?

Dan: Io onestamente ho “no apologies, no regrets” per tutto quello che ho fatto nello show. E saremo sempre grati alla Showtime per averci permesso di raccontare le nostre storie ed esplorare i territori che volevamo esplorare. Comunque, un piccolo rimpianto ce l’ho. Quando Michael ritorna al Q-Mart e il suo nemico, Andrew, lo fa vestire da clown. Ho visto la scena e mi sono dato uno schiaffo perché Michael avrebbe essere vestirsi da Big Q! Ho anche provato a girarlo di nuovo, ma non sono riuscito a trovare una scusa plausibile per spendere quei soldi.

Rachael: I miei personaggi non protagonisti preferiti sono Brandon, Ethan e Cody – al contrario di quello che pensa la maggior parte della gente. Quali sono i vostri?

Dan: Io non ho un personaggio preferito fra i secondari. Mi piacciono tutti. Abbiamo davvero cercato di scriverli, trovare il giusto attore, e dar loro la stessa attenzione data ai protagonisti.

E lo stesso può dirsi per le diverse storie. Mi è piaciuto lavorare su tutte per ragioni diverse. Le storie erano disegnate per compenetrarsi e accordarsi le une con le altre – cercando di sorprendere il pubblico passando da qualcosa di divertente a qualcosa di drammatico. Anche se suppongo che le più memorabili per me sono quelle del gruppo “See The Light”, di George ed Emmett, e la morte di Vic. Mi piaceva anche quando le storie (ed i personaggi) ci sorprendevano. Come nel caso della coppia Ted ed Emmett. Ci ha portato in posti oscuri che non ci eravamo aspettati quando l’avevamo creata.

Rachael: Puoi raccontarmi un aneddoto su qualche attore accaduto sul set? Si facevano tanti scherzi?

Dan: Il nostro cast non faceva tanti scherzi. Ma puoi vedere molti momenti divertenti nei gag reels che trovi come extra dei DVD.

Rachael: Infine, si è parlato molto di disaccordi tra membri del cast, e con te e Ron, e si dice che le ultime due stagioni fossero state più amare a causa di tutto ciò. Hal Sparks ha detto in un’intervista che né lui né CowLip vorrà più lavorare con Gale e Randy. Puoi parlarci di tutto ciò e dirci se senti ancora qualche membro del cast?

Dan: Per quanto riguarda ciò che ha detto Hal, non ho idea di quando l’abbia detto né di quale fosse il contesto dell’intervista in cui l’ha detto. Ma posso assicurarti che noi non abbiamo nessun problema di relazione con nessun membro del cast. Abbiamo tutti avuto i nostri momenti, su questo non c’è dubbio, visto che vivevamo e lavoravamo sotto costante pressione. Ma, come succede nelle famiglie, puoi discutere in alcuni momenti o anche litigare ma poi si fa pace. La cosa importante è che tra noi c’è affetto e rispetto reciproco che continua anche oggi. Tutti nel nostro cast sono straordinari – come esseri umani e come attori coraggiosi. Ricorda, non molte persone si metterebbero sulla linea del fuoco come ha fatto il nostro cast – facendo ciò che i loro ruoli richiedevano – e lasciando le loro famiglie e i loro amici per vivere e lavorare in un altro Paese per cinque stagioni. Fare una serie è un lavoro lungo e faticoso. Richiede molto sacrificio. Ma non ho mai visto un gruppo di persone così legate le une alle altre. E lo sono ancora. Ci teniamo in contatto e saremo sempre legati – come Brian e Justin – anche se siamo in luoghi e tempi diversi. QaF – un viaggio ed un’esperienza come nessun’altra.

*

Ecco qui. Mai, nemmeno in un milione di anni, mi sarei aspettata di avere una tale opportunità, specialmente visto che non avevo mai intervistato nessuno, ma suppongo che lo show mi abbia insegnato che il tempo vola e che si ha solo una vita: quando ti si presenta un’opportunità d’oro, prendila al volo. Non metterti a pensare e a dubitare.


Copyright of R Grant, 2010. rcgrant82@gmail.com Potete pubblicare links a questo articolo, dando pieno credito, ma non riprodurlo al competo senza l’espresso consenso di tutti i partecipanti.

Grazie a Daniel Lipman and Ron Cowen (CowLip) i quali hanno generosamente speso una parte del loro tempo per parlare con me, e con i fans.

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