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'Queer as Folk' Reunion: i creatori raccontano gli ostacoli incontrati all’inizio e parlano di una potenziale riedizione: "Saremmo aperti all’idea."

Venerdì, 5 giugno 2015

di: Lesley Goldberg
Fonte: hollywoodreporter.com
Tradotta da: Klaudia62
Redatta da: Marcy

Ron Cowen e Daniel Lipman parlano con THR dell'impatto che lo show della Showtime ha 10 anni dopo la fine della sua messa in onda, durata cinque stagioni: "La gente è venuta per i “queer” ed è rimasta per le persone." 

Sono passati quasi 10 anni da quando è terminata la messa in onda, durata cinque stagioni, di Queer  as Folk della Showtime e, anche se molto nel panorama politico LGBT è cambiato da allora, questo show rivoluzionario resta più che mai rilevante dal momento che la lotta per l'uguaglianza continua.

La serie, creata dai produttori e partners nella vita Ron Cowen e Daniel Lipman, celebrerà il suo 10 ° anniversario venerdì al Festival ATX con una reunion moderata da The Hollywood Reporter. In vista del panel, Cowen e Lipman hanno parlato con THR tornando indietro alle prime battaglie per lo show - nessuna delle principali agenzie voleva presentare i propri talenti per questo lavoro – e parlando anche dell’impatto culturale della serie che ha offerto uno sguardo onesto ed intimo alla vita di un gruppo di uomini gay. Il duo ha condiviso con noi anche l’idea per una possibile riedizione, e ci ha detto di come il loro show abbia preparato il terreno per diverse serie contemporanee come Glee e Modern Family.

 

Guardando indietro, quali furono i primi ostacoli che doveste affrontare?

Cowen: Il più grande ostacolo nel mettere insieme lo show all'inizio fu trovare il cast e creare l'organico per la stanza degli scrittori. E' stato molto difficile per il nostro direttore del casting, Linda Lowy (Scandal, Friday Night Lights), far in modo che le principali agenzie presentassero i propri talenti. Neanche una tra le principali agenzie ci ha mandato attori.

Lipman: Avevano davvero paura. Di solito quando si va ad un casting, ci sono 50 persone e di queste, ci saranno uno o due "NA" [ndt. “Not Available”] che non sono disponibili. Linda chiamava e diceva che avevamo 25 persone in arrivo e quando arrivavamo solo quattro erano presenti. Davamo un’occhiata alla lista ed era tutto un "NA". E'stato molto scoraggiante.

Cowen: Attori che conoscevamo ci hanno detto che i loro agenti dicevano loro di non andare ai provini per Queer as Folk. La ragione era ovvia: era a causa del contenuto dello show, che riguardava persone gay. Penso che le persone fossero preoccupate di venir stigmatizzate se avessero partecipato allo show.

Lipman: Ci siamo dovuti rivolgere al network per avere l'approvazione del cast, e di solito ci si presenta con due persone per ogni ruolo - o anche di più - ma  non ci si presenta mai con un solo candidato. Il personaggio di Brian è una tale chiave di volta per lo show, se non avessimo avuto un Brian, non avremmo avuto uno show. E non abbiamo avuto Gale [Harold, che ha interpretato il ruolo di Brian] fino al giorno prima. Siamo dovuti andare all'incontro con il network alle 7 del mattino... e la sera prima non avevamo un Brian. Linda ci ha chiamato alle 5:00 del pomeriggio precedente e ha detto: “È qui, venite subito." E c'era Gale. Gale era molto carismatico ed enigmatico e lesse la scena. Entrambi ci siamo chiesti, “È davvero lui ad essere favoloso o siamo noi ad essere disperati?" Ed era davvero favoloso. Ma molte persone non si fecero vedere.

 

Chi non si fece vivo?

Lipman: C'era un attore, non ricordo il suo nome, che era un candidato per il ruolo di Brian prima che incontrassimo Gale, che ci disse che lo avrebbe fatto per una sola stagione e poi avrebbe dovuto abbandonare. La scommessa era: lo show avrebbe avuto il successo necessario per avere una seconda stagione?  Forse a questo attore sarebbe piaciuto talmente tanto il ruolo da estendere il suo contratto, ma Ron ed io abbiamo deciso che l'azzardo era troppo alto.

 

Ti ricordi chi era?

Cowen: Non ricordo. Linda stava chiamando agenzie che non avevamo mai neanche sentito [per metter insieme il cast]. Abbiamo trovato Randy [Harrison, che ha interpretato il ruolo di Justin] in modo fortuito: c'è stato un agente di New York che ci avrebbe presentato alcuni suoi clienti mandando una videocassetta a Linda, che era a Los Angeles. Il direttore del casting che avevamo a New York ci avrebbe mandato solo le videocassette con le persone che pensava noi dovessimo vedere, ma nessuno risultava essere giusto per la parte. Dato che stavamo diventando sempre più disperati, uno di noi gli chiese di poter visionare anche le videocassette che non ci aveva inviato perchè magari lì avremmo trovato qualcuno.  E trovammo Randy.

Lipman: Mi ricordo all'inizio, Michelle [Clunie, che ha interpretato Melanie], Peter [Paige, Emmett], Scott [Lowell, Ted], Thea Gill [Lindsay] e Hal [Sparks, Michael] erano così eccitati di fare questo show, non dovevamo stritolare loro un baccio, lo volevano proprio fare. E Sharon Gless [Debbie], non abbiamo mai visto nessun altro a parte Sharon per la parte di Debbie, che è stata l'ultima parte ad essere assegnata. Jerry Offsay [L'allora presidente della Showtime] ci chiamò e ci chiese che cosa pensassimo di lei. Non sapevamo se avrebbe voluto partecipare alla serie.. Stava recitando a Chicago e, pagando di tasca propria, è volata a Los Angeles per incontrarci. Non le interessava l’importanza del ruolo, voleva solo fare parte dello show.

 

In quale modo pensate che Queer as Folk abbia contribuito ad abbattere gli stereotipi sulla comunità gay? A quel tempo, non c'era nulla di simile in TV - etere o via cavo.

Cowen: Non è stato carino! (Ride.) E' stato veramente rivoluzionario per quel periodo. All'epoca, la rappresentazione di personaggi gay - se così si può chiamare dato che tali rappresentazioni erano veramente scarse - li stava mostrando in una luce che non ci faceva sentire a nostro agio, dato che erano ruoli minori o risultavano macchiette - erano personaggi presenti solo per essere derisi. Oppure non avevano una vita sessuale, e credo che nessun personaggio gay rappresentato in TV avesse mai avuto una vita sessuale prima di Queer as Folk. Ritrarre il sesso nel nostro show è stato molto importante; era la nostra dichiarazione più radicale e politica. E' stata anche la cosa più difficile da fare, perché nessuno aveva esperienze precedenti nel fare questo, in particolare gli attori, che non solo sono stati incredibilmente coraggiosi, ma hanno mostrato anche grande dedizione, hanno davvero creduto nell'importanza di quello che stavamo facendo e hanno avuto il coraggio di lottare per questo. La maggior parte del cast era etero.

Lipman: Scott Lowell e Gale Harold sono entrambi etero e non hanno voluto rivelare se fossero gay o etero, durante la prima stagione, perché volevano che nulla potesse sminuire lo show. Non hanno voluto dircelo.

Cowen: Avevamo parlato del voler mostrare i gay come persone sessualizzate, esseri umani completi e di quanto questo fosse importante. Fino ad allora, tutte le persone omosessuali non si erano mai viste rappresentate come persone sessualizzate in un film o in TV.  E’ molto scioccante psicologicamente in tanti anni di vita il non vedere mai un riflesso di se stessi nei media. E' come se tu non esistessi o solo una parte di te, che non è davvero te, esistesse in tv o su pellicola. Sapevamo che questa sarebbe potuta essere l'unica possibilità per farlo.

Lipman: non solo non avevi mai visto qualcosa che fosse il riflesso di te, ma questo qual cosa era anche considerato un tabù. Questa sessualità non era qualcosa che la gente approvasse. La versione americana di Queer as Folk è stata progettata come una celebrazione della vita gay, e ci siamo davvero impegnati nel togliere qualsiasi vincolo esistente nel farlo. In quel priodo, si era aperta una finestra di cui abbiamo avuto la fortuna di far parte. C'erano "Queer as Folk", "Will & Grace" e "Queer Eye for the Straight Guy", la gente era interessata alle persone gay e questi personaggi cominciavano ad apparire sia come personaggi reali che come personaggi immaginari in televisione. Le persone venivano intrattenute e cominciavano ad accettarli - e hanno iniziato a preoccuparsi di questi personaggi. E’ stato un momento interessante da vedere a cavallo del secolo. Un sacco di persone erano sbigottite, anche Ron ed io eravamo un pò sorpresi.

 

Come ha affrontato la scrittura delle scene di sesso?

Lipman: non avevamo mai fatto questo tipo di scene e non avevamo mai visto una cosa del genere [in TV]. Le scene di sesso avrebbero esplorato tutti i tipi di emozioni: si può essere arrabbiati, euforici, manipolatori, si può fare quello che si vuole sessualmente. Non è solo fare sesso. Erano come arie.

Cowan: E' stato psicologico. Riflettono la vita interiore del personaggio in quel momento, ed abbiamo cercato di utilizzare le scene di sesso per farlo. Le persone fanno sesso per molte ragioni diverse - possono essere gioiose e celebrative, possono essere auto-distruttive, può essere per rabbia, per solitudine; ci sono così tante emozioni e motivazioni diverse. E lo abbiamo scoperto insieme man mano che procedevamo.

 

In che modo Queer as Folk ha aiutato a gettare le fondamenta per altri programmi con sceneggiatura-LGBT come "Glee", "Modern Family" - e il "The Fosters" di Paige  - oltre ad altre programmazioni a tema LGBT che seguirono?

Lipman: Li ha resi accettabili e guardabili. Come disse una volta Peter: "La gente arrivava per i queer e restava per le persone ." La gente era curiosa, ma riusciva a relazionarsi davvero con i personaggi e non importava che fossero gay. Abbiamo avuto così tante email nel corso degli anni che ci dicevano proprio questo.

Cowan: Gli studios ed i network si resero conto che esisteva effettivamente un pubblico per uno show sulle persone gay. Noi stessi abbiamo scoperto con Queer as Folk che oltre la metà del nostro pubblico era composto da donne. Demograficamente è una cosa enorme ed è probabilmente il motivo principale, in termini di audience, per cui siamo andati in onda per cinque anni. Nessuno se lo sarebbe aspettato.

Lipman: A quel tempo, la Showtime, fece un sacco di programmazione gay. Sapevamo tutti che Queer as Folk avrebbe ottenuto un certo grado di attenzione, e loro erano perfettamente soddisfatti di aver trovato un pubblico gay di nicchia quando lo show fu lanciato, quindi è stata una vera sorpresa aver superato quelle aspettative. E non riguardava solo gli Stati Uniti, le persone stanno ancora comprando i DVD in tutto il mondo.

Cowan: Io non sarei affatto sorpreso se fossero di più le persone che stanno guardando lo show ora rispetto a quelle che lo facevano quando andava in onda.

 

E penso che stiamo anche per vedere la programmazione transgender prendere il volo come in una specie di rinascita.

Cowan: Questa è la prossima ondata.

 

Queer as Folk non si è sottratta dall'affrontare diversi temi sociali. Quando avete iniziato, vi siete approcciati alla serie con una lista di argomenti che volevate essere sicuri di affrontare?

Cowan: All'inizio, abbiamo cominciato ad adattare lo show britannico ed abbiamo fatto un sacco di cambiamenti. L'ordine di marcia di Jerry è stato quello di utilizzare il più possibile dell'originale come un trampolino di lancio e per poi uscire da quel tracciato e creare il nostro show. C'erano otto episodi nello show britannico, ed abbiamo scoperto presto che c'erano storie che volevamo raccontare che avevano un'importanza sociale e politica. Una storia affrontata fra le prime è stata quella di Michael che lavora presso il Q-Mart. Abbiamo scoperto che vi erano precedenti di atti di discriminazione sul posto di lavoro e per questo Michael ha dovuto mantenere la sua identità di gay segreta con una donna che aveva una cotta per lui. Ed abbiamo scoperto presto con quella trama che c'erano anche un sacco di altre storie politiche che si potevano raccontare.

Lipman: Avevamo scritto [1985 film tv NBC] "An Early Frost" anni prima e, non avendolo preventivato, quello e Queer as Folk sono diventati dei delimitatori  per la nostra carriera. Noi stavamo uscendo da quella storia molto politica ed emotiva. Nella creazione di Queer as Folk, sapevamo che lo show avrebbe dovuto raccontare ciò che la vita gay era negli anni tra il 2000 e il 2005. C'erano un sacco di battaglie politiche in corso che dovevamo assolutamente affrontare, perché quelle erano esattamente le cose che la comunità gay stava affrontando. Non sapevamo come avremmo potuto fare uno show come questo senza problemi, senza avere un tono predicatorio. Le persone non erano a conoscenza di un sacco di cose, se non si è gay e non si vive una vita da persona gay, non si è a conoscenza di alcune delle politiche. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato sempre reso più intenso dal fatto che i personaggi erano gay. Se fossero stati etero, sarebbe potuta essere una storia noiosa, ma il fatto che fossero gay e che dovessero superare le cose, è stato come aprire gli occhi per un sacco di gente.


E lo show è stato uno dei primi a dipingere un ritratto davvero onesto del vivere con HIV/AIDS.

Cowan: Scrivere dell'AIDS è stato molto importante per noi e lo è stato sin dagli anni '80 perché abbiamo vissuto quel periodo ed abbiamo perso tanti amici. Scrivere "An Early Frost" è stata la cosa più traumatica che abbiamo mai fatto, perché parlavamo con persone che conoscevano persone che stavano per morire perché era una condanna a morte. Ha lasciato un segno profondo su di noi per molti anni; ci è voluto molto tempo per riprenderci da quell'esperienza. Il personaggio dello zio Vic (Jack Wetherall) era un sopravvissuto all'AIDS alla soglia dei suoi 50 anni  che era talmente sicuro di morire che aveva dato completamente fondo a tutte le sue carte di credito pensando che tanto non avrebbe mai dovuto pagare, per poi invece sopravvivere. Abbiamo pensato che fosse una storia molto avvincente: Cosa fai quando pensi di star per morire e poi invece non succede e ti ritrovi con 20 mila dollari di debiti con le carte di credito? Quella era l'occasione per scrivere il passo successivo nella storia dell'AIDS. Dal 1985 al 2000, il ritratto dell'AIDS era cambiato in modo straordinario - non era più una condanna a morte. Avevamo bisogno di scriverlo. Ed andando avanti, abbiamo introdotto altri personaggi omosessuali che vivevano con HIV, altra cosa importante per noi.

 

QAF si è anche occupato dei crimini d'odio e dei pestaggi ai gay molto presto nella serie, nell'episodio ormai storico del ballo di fine anno.

Cowan: Sapevamo da subito come avremmo fatto finire la [prima] stagione, e che cosa sarebbe successo a Justin. La storia di Matthew Shepard ci ha colpito profondamente. Eravamo profondamente attratti dal poter utilizzare quel fatto come una storia e poter così esplorare i crimini d'odio.

Lipman: Abbiamo preso la storia di Matthew Shepard e l'abbiamo usata con Justin e le abbiamo dato un finale pieno della speranza che qualcuno potesse sopravvivere ad una cosa come quella. Quando stai scrivendo archi narrativi e senti parlare dei "Pink Posse" o dei "Gift Givers" - persone che volevano essere contagiate dall'AIDS in modo da non doversene più preoccupare - devi assolutamente incorporare queste cose. E quando senti parlare di George W. Bush che tiene un discorso nel "Rose Garden" durante il quale promette di cambiare la Costituzione degli Stati Uniti così che i gay non saranno mai in grado di sposarsi, devi affrontare il problema.

Cowan: Queer as Folk è stato scritto in un periodo in cui c'era il DOMA, "non chiedere e non raccontare", le leggi sulla sodomia e le coppie gay non potevano sposarsi in nessuna parte degli Stati Uniti. Abbiamo scritto lo show in tempo molto diverso da quello in cui ci troviamo ora. Nella nostra mente, sarebbe stato altamente irresponsabile non affrontare questi problemi. Dan ed io abbiamo sempre avuto nella parte più nascosta della nostra mente il pensiero che questa sarebbe stata l'unica possibilità nella nostra vita di scrivere su queste cose.

 

Saltiamo all’episodio finale della serie: Un sacco di fans sono rimasti delusi del fatto che Brian e Justin non si siano sposarsi alla fine. Cosa c'era dietro la decisione di inviare Justin a New York?

Cowan: Abbiamo deciso con la rete che la quinta stagione sarebbe stata quella finale ed avevamo 13 episodi per dare un finale alla storia. A quel tempo, la questione dell'assimilazione delle persone gay nella cultura dominante stava iniziando a diventare molto importante. Ora, 10 anni dopo e con il matrimonio gay, questa è una cosa con cui molte persone omosessuali hanno a che fare mentre affrontano importanti scelte di vita: Dobbiamo integrarci? Dobbiamo restare nella nostra comunità gay? Siamo separatisti? Per ogni minoranza che ha attraversato questo stadio - irlandese, ebrea, latina - la domanda è sempre stata: quanto dobbiamo sacrificare della nostra identità individuale per diventare "uno di loro", cioè della maggioranza. Abbiamo deciso che questo argomento avrebbe dovuto essere la linea conduttrice dell'ultima stagione. Così abbiamo concentrato il concetto facendolo girare intorno a Brian e Michael. Michael e Ben (Robert Gant) si sono sposati in Canada - non era comunque valido negli Stati Uniti, ma loro lo consideravano legale per loro stessi. Michael ha generato un bambino, ed insieme la coppia ha adottato Hunter (Harris Allan), un ragazzo che si prostituiva e che era sieropositivo - portandolo nelle loro vite e nelle loro case. Personalmente, questa è una delle mie storie preferite. Si sono trasferiti in periferia e hanno dato vita ad una famiglia.

Brian si trovava all'estremità opposta di questo spettro. Penso che lui sia abbastanza etero-fobico ed un separatista auto-dichiarato. Lui e Michael hanno avuto una grande litigata ed in seguito ad essa si è conclusa la loro amicizia perché Brian ha chiamato Michael un "fro-o di Stepford", accusandolo cioè di essere diventato un falso etero. Nella mente di Brian, c'era solo una cosa peggiore di una persona etero: una persona fintamente etero, il che significa una persona gay che cerca di imitare il modo in cui gli eterosessuali vivono la loro vita. ...All'altra estremità dello spettro, c’erano Brian e Justin, che non erano il genere di persone che necessariamente volevano sposarsi, crescere dei figli e trasferirsi in periferia. Non sono così i loro personaggi, anche se hanno provato ad esserlo. Non tutti nella vita sono fatti per sposarsi, per avere figli e per trasferirsi in periferia; questo non fa di loro esseri umani di minor valore o di minore importanza. Non c'è bisogno di essere sposati e di avere dei figli per contare qualche cosa in questo paese.

Questo è parte del motivo per cui abbiamo deciso che, pur avvicinandosi al matrimonio, si sarebbero poi resi conto che non sarebbe stato per loro e che avrebbe richiesto un sacrificio troppo grande. Ed il non sacrificarsi era un tema davvero importante in Queer as Folk. Nessuno ha il diritto di chiederti di sacrificare chi tu sei per poter guadagnare il suo amore, e questo è stato un tema che è venuto inizialmente fuori nel modo in cui Brian parlò con il padre di Justin, che disse a Justin che avrebbe potuto vivere nella sua casa solo se avesse negato di essere gay. E Brian disse che questo non era amore, ma odio. Brian realizza che sposando Justin, Justin avrebbe sacrificato la sua possibilità di andare a New York per proseguire la sua promettente carriera artistica . E Justin realizza che, nel voler che Brian si sposi e si sistemi, stava trasformando la tigre di cui si era innamorato in un gatto di casa. Questo era un grande sacrificio da chiedere a Brian, anche se egli era disposto a farlo ed amava Justin talmente tanto da affrontare tutto questo. Hanno un momento di realizzazione dove entrambi capiscono di star chiedendo troppo l'uno dall'altro, che non significa assolutamente che essi non si amino più o che non si sarebbero mai più rivisti. Io francamente non capisco proprio da dove queste idee provengano.

Lipman: Brian è la persona più morale dello show; lui ha un suo proprio codice ed è stato sempre onesto. Questa cosa ha contagiato Justin; Brian era l'ideale di Justin. I due trascendevano dalla società che li circondava. Avevano un proprio codice e si sono resi conto di non aver bisogno di anelli, di una cerimonia o di rituali di cui gli altri hanno bisogno, per sapere che si amano. Si ameranno sempre, anche se dovessero avere relazioni con altre persone. Questa è l'essenza del loro rapporto. E sono abbastanza sicuri di loro stessi da poter avere questo tipo di rapporto e di essere in grado di viverlo. Justin è andato a New York, che si trova a un'ora di distanza da Pittsburgh. Non c'è alcun motivo per cui non potrebbero vedersi. Solo che non sono sposati nel modo tradizionale in cui Ben e Michael invece sono.

 

Molte delle questioni politiche affrontate nello show sono ancora molto attuali. Avete pensato di fare un revival?

Cowan: il matrimonio gay ha fatto passare in secondo piano tutto il resto; e ci sono tante altre questioni con cui i gay hanno ancora a che fare e che non sono state risolte. Quindi molte delle questioni che stavamo trattando sono ancora in corso oggi: c'è ancora la discriminazione sul posto di lavoro, dove si può essere licenziato perché gay.

Lipman: Non ogni stato ha un disegno di legge per il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Cowan: C'è ancora la persecuzione religiosa. Ci sono ancora politici che vogliono lottare fino alla morte per cancellare i nostri diritti, a cominciare dal matrimonio gay. AIDS e HIV sono ancora un problema. Siamo andati ad una conferenza per il World AIDS Day e hanno proiettato "An Early Frost"  ed il CDC e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno affermato che il numero di infezioni da HIV è calato del 50 per cento in tutto il mondo - con l' eccezione tra gli uomini gay, dove è in crescita del 22 per cento. La risposta da parte della comunità gay è che non siamo in grado di far capire il problema ai giovani gay. E ti chiedi che cosa serva per trasmettere loro il messaggio.Esiste ancora l'abuso di crystal meth, che noi abbiamo affrontato con una grande storia su Ted. Ancora tutte queste cose esistono e probabilmente non hanno intenzione di scomparire. La Corte Suprema non può prendere una decisione il Lunedi ed il Martedì tutti hanno già cambiato idea.

Lipman: Noi saremmo anche aperti alla cosa, dipende dal punto di vistadel revival. Penso che quello che sarebbe interessante potrebbe essere l'esplorazione dei nostri personaggi ora che sono quarantenni e magari aggiungere una nuova generazione e vedere come funzionerebbe questo mix. A titolo di esempio, stavamo parlando di Gus - il figlio di Brian e Lindsay che ora avrebbe 17 anni, l'età che Justin aveva all'inizio - e dell'ipotesi che fosse gay. Di quanto sarebbero diverse le sue opinioni da quelle di suo padre. Questo genere di cose sarebbero interessanti da esplorare. Le persone che sono ora adolescenti e ventenni o anche trentenni hanno una visione molto diversa di cosa voglia dire essere gay. Non è così in tutto il paese, ma sicuramente in un luogo più sofisticato rispetto a quello in cui sei cresciuto e sei stato educato, c'è sicuramente un punto di vista diverso sull’essere gay rispetto a quando io e Ron eravamo più giovani ed anche sul modo in cui la gente percepisce l'essere gay. Per me, negli anni '70, quando ero ventenne, è stato un periodo in cui le persone gay stavano veramente affermando se stesse e le persone si dichiaravano gay nello stesso periodo in cui si stava affermando il femminismo. E' stato un momento esplosivo.

Cowan: Sarebbe interessante vedere la prossima generazione e vedere come la gente sceglie di assimilare.

 

Avete avuto incontri seri con qualcuno per la rivisitazione dello show?

Cowan: Nessuno ha davvero parlato con noi di questo, no. La Showtime non ha manifestato alcun interesse. Per quanto ne sappiamo, nessuno ci ha avvicinato a tale proposito.

Lipman: Ma se lo facessero, noi la prenderemmo sul serio.




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